Recensioni

Giuseppe Prestipino, Diario di viaggio nelle città gramsciane, Milano, Edizioni Punto Rosso, 2011, pp. 548, 30 €.

Appunti per una società del futuro
Recensione di Guido Liguori


«Diario di viaggio nelle città gramsciane», un saggio di Giuseppe Prestipino

Ha un titolo accattivante, il più recente libro di Giuseppe Prestipino: Diario di viaggio nelle città gramsciane (Edizioni Punto Rosso, pp. 548, euro 30). Sia chiaro, le «città gramsciane» a cui allude il titolo non sono Torino o Mosca, Vienna o Roma, per non parlare di Ales, Ghilarza o Turi. Le «città» cui allude Prestipino - riprendendo liberamente una tipologia di scansione storica proposta da Sorel - sono «la cité èconomique, la cité sociale, la cité savantee la cité morale», ovvero «disposizioni (o predisposizioni) connaturate a tutti gli esseri umani» che hanno esercitato, esercitano e potranno esercitare in ogni diversa epoca storicaun primato sul complesso delle

Ernesto Laclau e Chantal Mouffe, Egemonia e strategia socialista. Verso una politica democratica radicale, Genova, il melangolo, 2011, pp. 284, 20 €.

«Egemonia e strategia socialista» dei filosofi Chantal Mouffe e Ernesto Laclau.

La democrazia radicale che sorge dalle differenze

Di Guido Liguori

Si è spesso sostenuto che in passato si traducesse in Italia troppa saggistica «di sinistra». Poi con il «riflusso» l'industria editoriale ha bruscamente mutato registro: è diventato difficile pubblicare libri legati alla riflessione marxista, e ancor più tradurli. Nonostante ciò, desta sorpresa il fatto che un libro importante come Egemony and Socialist Strategydi Ernesto Laclau e Chantal Mouffe, apparso in lingua inglese nel 1985 e tradotto in molti paesi, esca da noi solo ora, per i tipi del Melangolo (Egemonia e strategia socialista. Verso una politica democratica radicale, pp. 284, euro 20) e per merito soprattutto dei due studiosi Fortunato Cacciatore e Michele Filippini che lo hanno

Giuseppe Cospito, Il ritmo del pensiero. Per una lettura diacronica dei «Quaderni del carcere» di Gramsci, Napoli, Bibliopolis, 2011, pp. 312, 20 €.

La lettura diacronica dei Quaderni gramsciani
Di Guido Liguori

La caratteristica più importante dell'ultimo libro di Giuseppe Cospito è indicata dal titolo e, ancor di più, dal sottotitolo: Il ritmo del pensiero. Per una lettura diacronica dei «Quaderni del carcere» di Gramsci (Napoli, Bibliopolis, 2011, pp. 312). Il lavoro è metodologicamente esemplare: esso parte dall'acquisizione " resa possibile in primis dall'edizione critica di Gerratana e poi dal lavoro filologico di Gianni Francioni " del fatto che i Quaderni hanno una loro storia interna, sono cioè la traccia di una riflessione che si svolge nel tempo, e in tacita ma chiara corrispondenza con la storia esterna, quella del «mondo grande e terribile», come diceva Gramsci ripetendo una espressione

Leonardo Rapone, Cinque anni che paiono secoli. Antonio Gramsci dal socialismo al comunismo (1914-1919), Roma, Carocci, 2011, pp. 424, 28 €.

Gramsci, gli anni che lo portarono dal socialismo al comunismo
Di Pasquale Voza

Il denso e interessante volume di Leonardo Rapone, Cinque anni che paiono secoli. Antonio Gramsci dal socialismo al comunismo (1914-1919) (Carocci, 2011), oltre a dar vita ad una giusta e doverosa attenzione critica, ha registrato anche qualche approccio tendente a ricavarne un pastiche di idee e di suggestioni politico-culturali da assemblare e da accostare alle più varie e diverse figure ed esperienze del primo Novecento, senza alcuna, reale intelligenza storica.
Ora, è giusto non guardare agli anni giovanili di Gramsci come ad una fase meramente preparatoria del Gramsci maturo e carcerario (come più volte, di recente, lo storico

GRAMSCI GLOBALE

Michele Filippini, Gramsci globale, Guida pratica alle interpretazioni di Gramsci nel mondo, Bologna, Odoya 2011, pp. 174, 13 €.

Di Guido Liguori

Chi sono i protagonisti di questo libro, a un tempo serio e piacevole? Ce lo dice subito un risvolto di copertina che gioca un po' con la "detective story", presentando i "protagonisti" del lavoro di Filippini come fossero altrettanti personaggi di un giallo di Maigret o Poirot in edizione popolare. Leggiamo l'elenco: «Antonio Gramsci, il protagonista. Partha Chatterjee, l'indiano che ascolta i subalterni. John Fonte, l'uomo del think tank. Ranajit Guha, il decano degli storici indiani radicali. Stuart Hall, l'inglese-giamaicano che studia i fenomeni culturali. Rush Limbaugh, il conservatore con l'audience più alta. James Thornton, il predicatore pazzo. Cornel West, l'intellettuale